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Corteccia cerebrale, individuato un meccanismo che regola la suddivisione in aree


Ha uno spessore di pochi millimetri ma è lì che si concentrano le funzioni superiori del nostro intelletto, quelle che ci permettono di imparare, ricordare, pensare e provare emozioni: è la corteccia cerebrale, lo strato più esterno del cervello, un mantello di neuroni avvolto in innumerevoli circonvoluzioni diviso in aree, ben definite, corrispondenti alle diverse funzioni sensoriali e motorie.

Una ricerca finanziata da Telethon, pubblicata su Nature Neuroscience, ha rivelato un importante meccanismo genetico che stabilisce i confini e le dimensioni di queste aree, identificando un gene-architetto responsabile della corretta divisione del cervello.

Lo studio è stato compiuto da Michèle Studer, a capo di un gruppo di ricerca dell’Istituto Telethon di Genetica e Medicina ( TIGEM ) di Napoli, in collaborazione con Ricercatori del Salk Institute di La Jolla, negli Stati Uniti.

Il gruppo di Ricercatori Telethon da tempo sospettava che un gene chiamato COUP-TFI avesse un ruolo importante nell’architettura del cervello.
Utilizzando modelli animali in cui il gene è stato inattivato, i Ricercatori hanno potuto osservare cosa succede in sua assenza: l’area motoria, deputata alla pianificazione e al coordinamento dei movimenti, si è ingigantita a scapito dell’area somatosensoriale ( che elabora gli stimoli provenienti dall’esterno ), relegata in uno spazio minore nella zona occipitale, la parte posteriore del cervello. Il tutto è avvenuto senza che la dimensione totale della corteccia subisse modifiche.

Fino ad oggi si era scoperto solo un altro gene-architetto del cervello, chiamato EMX2, il cui ruolo fu individuato nel 2000 da un altro gruppo finanziato da Telethon.

COUP-TFI aggiunge ora un altro tassello: questo gene agisce infatti in modo indipendente e ha un effetto molto più marcato di quello precedentemente scoperto.

Secondo Studer, l’attività del gene-architetto, che decide quanto spazio assegnare ad ogni area, potrebbe contribuire a determinare le differenze individuali di abilità e comportamento che si sviluppano nel tempo, fornendo una base neurologica alla teoria psicologica delle intelligenze multiple, secondo cui l’intelligenza è in realtà un mix di abilità mentali, più o meno sviluppate da un individuo all’altro. Il malfunzionamento del gene potrebbe inoltre essere alla base di disordini comportamentali complessi. ( Xagena2007 )

Fonte: Telethon, 2007


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