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Identificato il meccanismo molecolare alla base della sindrome di Cornelia de Lange


Si arricchisce la conoscenza di una rara malattia genetica, la sindrome di Cornelia de Lange. Un gruppo di lavoro, coordinato da Antonio Musio, ricercatore presso l’Istituto di Tecnologie Biomediche del Cnr di Pisa, ha identificato il meccanismo molecolare che sta alla base della malattia, portando nuove informazioni sui processi biologici.

La sindrome di Cornelia de Lange prende il nome dalla pediatra olandese che nel 1933 descrisse per la prima volta alcuni bambini che ne erano affetti, ed è una sindrome malformativa, che si esprime in un insieme di sintomi tra cui predominano alterazione della simmetria facciale, ritardo mentale e anomalie alle dita delle mani. La frequenza di questa patologia è di circa 1 caso su 10.000 nati e la sua base è genetica, cioè dovuta ad un’alterazione del DNA presente nei malati fin dalla nascita.

Negli ultimi tre anni, i ricercatori dell’Itb-Cnr hanno già identificato due geni, chiamati SMC1A ed SMC3, le cui mutazioni causano la malattia.

Questi geni dirigono la sintesi di proteine che fanno parte di un complesso molecolare denominato coesina, la quale tiene unite le catene del DNA garantendone la riproduzione fedele. Il modo in cui un loro difetto possa causare gli specifici sintomi della Cornelia de Lange non è ancora del tutto noto.

Questa carenza viene oggi in parte colmata dallo studio svolto dai ricercatori dell’Istituto di Tecnologie Biomediche del CNR e pubblicato sulla rivista Human Molecular Genetics.

La sperimentazione ha dimostrato che le proteine SMC1A ed SMC3 mutate si associano al DNA con maggiore forza rispetto a quelle normali e questo può interferire con i normali processi cellulari in cui è coinvolto il DNA, come la trascrizione genica. Gli sforzi ora sono puntati ad identificare i geni deregolati in seguito alle mutazioni di SMC1A ed SMC3. ( Xagena2009 )

Fonte: CNR, 2009


Pedia2009


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